Il robot ortopedico ci studia. Capisce come muoviamo il ginocchio, analizza come sono fatte le nostre ossa e sceglie la protesi più adatta a noi. Dà al chirurgo addirittura indicazioni su come sistemarla. E, in un mese, ci fa tornare a camminare. Dopo tre invece si può pensare di riprendere le passeggiate in montagna.
Clinica Humanitas Cellini, centro privato accreditato con il Sistema sanitario, zona via Nizza. Il robot ortopedico opera qui — questa è la prima struttura sanitaria di Torino ad averlo in équipe — e si chiama Navio.
I suoi pazienti hanno l’artrosi di ginocchio. Non sono solo anziani, ma pure persone con traumi giovanili, malattie reumatiche, menischi asportati magari trent’anni fa. Tutti fattori che causano una degenerazione della cartilagine delle articolazioni e quindi artrosi. Un dolore che, nel tempo, arriva a presentarsi anche a riposo e a rendere impossibili azioni banali, come salire le scale, piegarsi, salire in auto. La soluzione è la protesi, parziale o completa.
«Un intervento diffusissimo. Qui ne facciamo almeno 200 all’anno in anestesia locale», commenta il dottor Gianmosè Oprandi, il direttore del reparto di Ortopedia di Humanitas Cellini e anche il medico in carne e ossa che si fa assistere — «ma mai sostituire», specifica il medico — da Navio.